Non è mai stato così…

Un inverno così non si è mai visto a memoria d’uomo! Non ha mai fatto così caldo! Tutte affermazioni sputate dei media in modo ossessivo da oramai alcuni anni. Spesso a corredo di tali affermazioni sono riportati pareri ed opinioni di preoccupatissimi esperti, i quali rincarano la dose, aggiungendo dati e grafici da panico. Lo spazio per la smentita o la diversa opinione non è mai concesso, ma l’epiteto “negazionista” viene affibbiato a chiunque non si allinea a questo dogma di fede climatista.

E così si procede di paura in paure, di cui quelle climatiche sono le più apocalittiche e definitive. Basta pensare all’assurdo slogan che sbandiera il noto movimento ambientalista Friday for Future: “Abbiamo solo 8 anni per salvare la nostra specie”. A ben pensarci questa sarebbe da classificare come una vera e propria dichiarazione “terroristica”, non essendo supportata da prove concrete, ma solo rappresentando l’ideologia del terrore e della paura.

Capita che poi in giro ci siano tanti “canta storie” del disastro che (pagati..) raccontano di un futuro climatico mostruoso, dove le alluvioni, carestie, caldo atroce e migrazioni di massa saranno uno scenario certo. Tutto tra pochi anni… «Siamo sull’orlo del baratro, non c’è più tempo”, ripete da anni il noto climatologo Luca Mercalli.

Ma è tutto vero?

Per fortuna esistono le testimonianze storiche con cui confrontare il presente col passato. E così si scopre che la frase “non è mai successo” si svuota di significato. Le notizie storiche, sia pure risalendo a pochi secoli addietro ci permettono di scoprire che le immani novità climatiche di oggi non sono altro che eventi rari ma già accaduti in passato.

Alcuni esempi: ” Grande siccità nel Bresciano dalla metà di ottobre 1604 agli 8 di maggio successivo, non interrotta che da lieve pioggerella nei primi giorni di febbraio. ” (Alfonso Corradi)

Anno 586 d.C.: ” Dice il Cauriolo nell’Historia di Brescia, che fù una siccità si grande, che dal Mese di Genaro sin al Mese di Settembre non cadde Acqua dal Cielo, onde ne successe fame si crudele, che perirno molte migliara di persone.”

Notizie climatiche di Brescia: il 18/07/1881 fece una temperatura massima di 37,1°C e in quell’anno caddero solo 850,2 mm di pioggia. Faceva caldo anche allora, incredibile vero?

Senza dimenticare l’anno 1899 con i suoi striminziti 680 mm di pioggia accumulata, una misera che oggi sarebbe classificata come un segnale ennesimo della fine dei tempi.

Andando ad anni meno antichi: 1943 massima assoluta 37,6°C seguita solo due anni dopo da 37,5 nel luglio del 1945. Luglio 1957 con ben 38,4°C. Il 1920 poi per quanto riguarda il periodo invernale pare essere stato curiosamente simile a quello attuale, gennaio e febbraio decisamente tiepidi:

gennnaio6,0°C T. media mese-0,2°C minima assoluta
febbraio7,3°C T. media mese0,5°C minima assoluta

Altre notizie interessanti, riguardanti la Valle camonica (BS): ” Se assumiamo in considerazione il fatto che in un’area montuosa volta a settentrione come l’alta val d’Avio, affiancata da alti versanti, ad una altitudine media di 2000 m, occorrono non meno di quaranta giorni dalla scomparsa del manto nevoso sul terreno perché la nuova copertura erbacea abbia raggiunto un grado di crescita idoneo all’alimentazione
dei bovini ed equini, crediamo sia possibile sostenere che nel periodo
che va almeno dalla prima metà del sec. XIV alla metà del sec. XVI, le condizioni climatiche in alta val d’Avio erano decisamente più favorevoli di quelle che hanno caratterizzato quanto meno gli ultimi ottanta anni del nostro secolo, inquadrabili, con oscillazioni non elevate, in un “intervallo” caldo. In concreto la stagione del pascolo stanziale poteva iniziare attorno a sessanta giorni prima di quanto non possa iniziare oggi. Sicché appare fondato affermare che il periodo considerato nelle presenti note ha costituito un optimum climatico” (Giuseppe Berrutti)

” Le cronache del DA SOLDO dà notizie relativamente alla Val Camonica per il periodo giugno 1467 – gennaio 1468. Dopo che tra il giugno e il settembre 1467 si era avuta “la mazor sutta se sentesse mai”, da settembre iniziarono piogge consistenti e ripetute con frane e conseguenti distruzioni
di edifici, sia sulle colline circostanti Brescia che soprattutto in Val Camonica. Ma fino al febbraio 1468 l’inverno fu “senza freddo, perché in tutta quella invernata non fece più freddo come se fosse stato di aprile”.

” Il 17 maggio 1593 venne stipulato- avanti il notaio di Monno, Giovanni Matteo Fracala – un atto di transazione tra l’Arciprete di S. Giovanni in Edolo, i consoli di Edolo e di Mu, da una parte, e dall’altra “li Sindaci del comune di Monno” , in virtù del quale “il Comune e uomini di Monno” erano “tenuti a dare ogni anno pesi quattro e mezzo di olive [pressapoco 34 Kg] sufficienti a Comuni condotti dalla Pieve” di Edolo e Mu” Si parla di produzione di olive sopra Edolo (BS) a 1066 m di quota!

“Libro dei battezzati” e nel “Li ber mortuorum”, conservati presso l’archivio della Parrocchia di Pescarzo (Cemmo). L’allora rettore, poi curato don Fiorino Fiorini, a proposito dell’inverno 1692-1693, annota il 19 febbraio 1693: «Questo inverno andò ventoso, asciutto, et a meraviglia
e bello». Quanto all’inverno 1695-1696, l’A. scrive, il 9 marzo 1696: «Questo fu inverno asciutto, sereno, caldo e bellissimo che dava grandissima speranza d’una abbondante raccolta. Dicevano tutti: oh che bel tempo! oh che caldo! Sì che febbraro e marzo pareva da maggio».

Pare di leggere le cronache climatiche di oggi.Tranne che allora non si parlava di effetto serra, climate change e fine del genere umano solo perchè negli ultimi anni il clima è stato in realtà solo più gradevole e meno rigido. Siamo capaci di lamentarci per una bella giornata di solo tiepido di febbraio; non è incredibile?

Lo stesso genere di notizie, si leggono nelle cronache del tempo di altri paesi europei: Lamb (1966) riporta che nel medioevo la viticoltura britannica raggiungeva 53° di latitudine Nord (East Anglia) e quella tedesca i 55° di latitudine Nord (Prussia Orientale).

Conclusioni


In sostanza dunque, partendo da segnalazioni fra loro indipendenti, si giunge a convergere su valori di 13.5 – 16.0 °C. come temperatura media della Pianura Padana nel periodo compreso tra il 1400 e il 1500 d.C.

” Tale convergenza appare interessante perché ci consente di ipotizzare che nella fase calda medioevale la temperatura della pianura padana sia stata su valori di circa 1-3°C superiori a quelli attuali ed assai vicini a quelli caratteristici di aree pianeggianti del centro-sud Italia. Attualmente, dopo il cambiamento climatico brusco di fine anni ’80 (Mariani et al., 2012), le temperature in pianura padana si collocano su valori di circa 13°C, il che porta a concludere che l’optimum medioevale nel nord Italia abbia avuto temperature superiori a quelle attuali.” (Luigi Mariani)

Quindi, coraggio, non tutto è perduto e nulla di nuovo si muove sotto il sole:

Una generazione va, una generazione viene ma la terra resta sempre la stessa. Il sole sorge e il sole tramonta, si affretta verso il luogo da dove risorgerà. Il vento soffia a mezzogiorno, poi gira a tramontana; gira e rigira e sopra i suoi giri il vento ritorna…. Tutte le cose sono in travaglio e nessuno potrebbe spiegarne il motivo.
Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole. C’è forse qualcosa di cui si possa dire: «Guarda, questa è una novità»?
Proprio questa è già stata nei secoli che ci hanno preceduto.
Non resta più ricordo degli antichi, ma neppure di coloro che saranno si conserverà memoria presso coloro che verranno in seguito

Parole di Qoèlet, figlio di Davide, re di Gerusalemme (250 a.C.)

Fausto Cavalli

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