How do you spell “prophet”?

Come si scrive “profeta”? Chiede il compiacente giornalista intervistando Al Gore e Richard Branson. Il significato della risposta sta tutto nella risata e nel sottinteso gioco di parole: prophet = profit. Questo è solo un passaggio inserito nel nuovo docu-film The Planet of Humans di Michael Moore. Un film contro corrente, uscito proprio nella Gionata Mondiale della Terra. Una pellicola che documenta quello che non si può dire a voce alta: i movimenti ambientalisti sono solo l’altra faccia della medaglia del capitalismo liberista da decenni imperante sul Mondo. Da dove nasce la forza e il successo di questi movimenti?

La strategia in breve è la seguente: ci s’inventa una serie continua di catastrofi.

Si trasformano eventi convenzionali che si sono sempre verificati sulla Terra, quali, tempeste, incendi boschivi, siccità, come qualcosa di straordinario e nuovo.

Nella fase successiva, questi presunti fatti straordinari sono collegati arbitrariamente ad una causa fittizia, il cambiamento climatico e la CO2 emessa dalle attività umane. Nessuna persona comune può verificarlo attraverso la propria percezione, ma solo ricerche scientifiche. Peccato che queste siano finanziate dal “sistema”, che ha l’interesse a raccontare solo una versione della presunta realtà, una mera teoria di fatto verificabile tra 100 anni. Le connessioni inventate sono poi utilizzate per collegare le azioni quotidiane, l’automobile, i viaggi, il cosa mangiare, allo straordinario evento che la catastrofe sostiene.

Il trucco psicologico alla base di ciò funziona in due direzioni: alle persone, in fondo, è sempre piaciuto sentirsi importanti e al centro del mondo, anzi dell’Universo. Ma è null’altro che la solita ed antica convinzione geocentrica, oggi antropocentrica, che ritorna sotto forma di religione del clima. 

Noi contro loro, il Bianco contro il nero

Si aggiunga, che risulta ai più sempre allettante la possibilità di subordinare qualcuno, o un gruppo di persone, distinguendo il Noi (la parte giusta), ben diverso da Loro (i cattivi, il pericolo). La contrapposizione tra il Bianco e il Nero si basa sempre su notevoli semplificazioni, racchiuse in semplicistici slogan, dove il grigio e le sue molteplici tonalità non sono contemplate, pena l’anatema e il castigo dell’eresia. Allo stesso modo, politici e molti giornalisti credono di poter nascondere la loro statura umana inesistente, subordinandosi in modo acritico alle credenze prevalenti.

Chiunque osi mettere in discussione il cambiamento climatico antropocentrico, punto focale di questo credo bigotto, è prontamente bollato come “negazionista“, un intellettuale perdente, punching-ball da colpire con insulti e la gogna.

Questa messa in scena ossessiva e morbosa della catastrofe è posta con successo, pure al centro del discorso sociale e dà l’impressione che non vi sia spazio per dubitare della verità rivelata dal credo climatista. Ecco che allora, con il pretesto di evitare la catastrofe mondiale e, quindi nobilmente col fine di salvare il pianeta, si fa credere che sia necessaria la riduzione del benessere e perfino l’aumentata povertà si trasforma in un valore abbellito da teoremi improbabili, quali ad esempio la Decrescita Felice. Sotto però, celato all’occhio credulone del fedele c’è ben altro: una montagna di soldi, un immenso business per pochissimi eletti sfacciatamente ricchi, che non fa nulla per ridurre effettivamente l’inquinamento e lo sfruttamento della Terra.

Energia verde petrolio

Energia verde e rinnovabile, la chiamano, ma con tante sfumature di verde petrolio e nero carbone. E’ bello raccontare che l’energia solare sia pulita, basta il sole! Meglio però tacere di quanto sia sostanzialmente inutile, perché del tutto discontinua e imprevedibile. Per mantenere infatti il carico di energia in rete sono necessarie centrali elettriche a carbone, o a gas, che ne mantengono la stabilità. Inoltre, è meglio non diffondere più di tanto, che le terre rare e i componenti di un impianto fotovoltaico, o di una batteria dell’auto elettrica, non sono poi così etici e sostenibili. Non si pensa ai poveracci che estraggono a mani nude e dall’altra parte del mondo, elementi anche pericolosi e tossici, per pochi spiccioli e all’età nella quale dalle nostre parti si gioca col Lego e con Barby.

Ciò comporta, a ben pensarci, pure costi più elevati per i cittadini. Basta chiedere ad esempio ad un Tedesco, quanto sia aumentata negli ultimi 10-20 anni la bolletta dell’energia elettrica. Un aggravio di costi per far produrre a grandi Company multinazionali quel poco di energia dal sole o dal vento, o dai rifiuti, tutto ammantato di un bel color verde, ma è tutta apparenza “ad usum delphini” .

E così i cittadini pagano per salvare il Mondo, credono in supereroi come Al Gore e Greta Thunberg, si commuovono per le invettive “Come osate…!“, scendono in piazza a protestare, non è chiaro contro chi, se non forse contro se stessi, ritornati consumatori una volta a casa. Il nostro tenore di vita, in nome della salvaguardia del Mondo, sarà ridotto. Non sarà più possibile vivere la vita a cui siamo abituati, perché una classe di attori politici rispettabili, nefasti e senza scrupoli, integrata da una classe di beneficiari opportunisti ha realizzato il piano per salvare il Pianeta dalle conseguenze di una catastrofe che era tutta inventata.

In realtà, di tutte le tipologie di energia rinnovabile, forse ce n’è una che è effettivamente tale, sia pure a certe precise condizioni: il biogas. Produce energia elettrica e calore, è continua e diffusa, praticamente nel complesso indistruttibile e funzionante h24. Dopo un certo successo iniziale, da tempo se ne parla poco e il mondo ambientalista non l’ama. Eppure, se prodotta da reflui zootecnici, è il massimo del riciclo e del rinnovabile. Ha solo un “difetto” per il portafoglio del grande investitore: piccoli impianti diffusi solo in aree piuttosto ristrette, come ad esempio la pianura Padana. In essa non investiranno mai le Green Company, perché questo è inevitabilmente un piccolo business solo per l’allevatore e tutto all’interno di una precisa filiera zootecnica. Inoltre non ha bisogno, per la quota energetica prodotta, di altro. Non ha bisogno di mega centrali a gas o a carbone, forse uno dei veri business del “green”, perché le sostituirebbe proprio grazie alla continuità produttiva…

E alla fine del film, non puoi fare a meno di fermarti e stupirti che qualcosa del genere sia possibile: così tanta gente genuinamente convinta, che segue il pifferaio magico di turno, a reti (quasi) unificate.

Fausto Cavalli

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