Stabilità della copertura del ghiaccio marino artico: Verità contro catastrofismo

In 20 anni la copertura del ghiaccio marino in Artico risulta piuttosto stabile. Le immagini presentate parlano chiaro: a fronte di una diminuzione sul mar di Laptev, tra l’isola Bolscevica e le isole di Anzu, è evidente un netto aumento a nord della Siberia orientale, attorno all’isola di Wrangel. Un piccolo incremento dell’areale coperto di ghiacci è anche visibile a nord della isole Svalbard, verso la costa Groenlandese.

Vent’anni non sono pochi e, ad ascoltare le lagnanze amplificate dalla stragrande maggioranza dei Media, in questo lasso di tempo il ghiaccio artico estivo doveva essere già sparito. E invece, nulla di tutto ciò, è rimasto pressoché costante.

C’è chi prevedeva il 2014 (Al Gore) come termine della presenza di ghiaccio al Polo Nord a settembre e chi nell’estate del 2020 (Peter Wadhams). Ma, vista l’evidente “resilienza” del ghiaccio artico estivo, o, per meglio dire, il clamoroso errore previsionale, oggi i soliti catastrofisti hanno aggiornato la data della fine. Questi “scienziati” prevedono che entro il 2030, altri 2050, la banchisa artica sia sparita nel periodo estivo. Ovviamente le conseguenze sarebbero devastanti per tutta l’Umanità: estremizzazione del clima, siccità, inondazioni, caldo eccessivo d’estate in Europa, e via così con lugubri previsioni, ma del tutto infondate, visto i precedenti…

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