Incendi in Australia, facciamo chiarezza

Gli incendi boschivi in ​​Australia sono un vero evento mediatico. Se cerchi nel web, lo troverai surriscaldato dalle notizie tragiche che provengono da quel continente. Tutti i giornalisti non perdono l’occasione di mettere in relazione quegli incendi con il presunto cambiamento climatico causato dall’uomo.

Lo stesso fenomeno giornalistico e mediatico era avvenuto la scorsa estate per altre aree del mondo: Siberia e Brasile. Anche in questo caso, secondo le solite autorevoli fonti “scientifiche” tutto questo era l’ennesima prova fumante della fine imminente prossima ventura dell’Umanità, se non si dovessero prendere urgenti e draconiani provvedimenti per azzerare le emissioni di CO2.

Tuttavia da un esame sia pure semplice della notizia in sé proveniente insistentemente dall’Australia, emergono alcuni aspetti a dir poco sorprendenti.

Ad esempio tutti dovrebbero sapere, basta un semplice ragionamento di buon senso, che il fuoco non nasce dal nulla. Il fatto che ci siano in un dato luogo, ad esempio 45°C o 38°C, non è di per se significativo per facilitare un incendio. Ci vuole ben altro calore per accenderlo e questo calore viene fornito, questa volta si dall’uomo, che nel caso viene classificato come piromane. Uno squilibrato a cui piace appiccare incendi e che gode ancor più se la sua azione diventa un caso mediatico mondiale. Australia, oltre 180 persone arrestate per incendio doloso

Se aggiungiamo che negli ultimi decenni la vegetazione del continente australe è cresciuta ampiamente, vuol dire che il combustibile per eventuali incendi estivi è decisamente maggiore rispetto al passato, soprattutto nel periodo estivo, quest’anno piuttosto siccitoso.

Ma c’è di più, per completare il quadro. Purtroppo, straordinariamente poco viene ora fatto da alcuni anni per prevenire gli incendi boschivi in ​​Australia. Per legge ai cittadini è stato vietato di ripulire la propria terra dalle sterpaglie. Tutto molto green, peccato che Il “bush” australiano non può essere lasciato così com’è senza alcuna gestione. Se parte della biomassa non viene raccolta o bruciata, allora la boscaglia brucerà in modo incontrollato (incendiata da qualcuno…) e il cambiamento climatico non ha nulla a che fare con questo.

Interessante poi vedere certe immagini sul web, che, fonte NASA e sistema satellitare MODIS, mostrano per la settimana dal 31/12/19 al 06/01/20 un’Australia in gran parte incendiata, cioè piena di immense aree colorate di rosso. Tuttavia, strano il giornalismo, nessuno a quanto risulta parla di una superficie ben più vasta, colorata allo stesso modo, che riempie tutto il Centro Africa. Come dire, quanto meno due pesi e due misure!

In confronto quindi il rosso australiano è nulla rispetto a quanto succede in Africa o Estremo Oriente. Quindi l’Africa sta bruciando?

Nella seguenti immagine inoltre si vedono raffigurati gli incendi avvenuti nel mondo in un anno. Impressionante vero?

Ma basta guardare fuori dalla finestra per vedere che forse la realtà non è poi così crudele. Tra l’altro l’immagine di cui sopra è del 2001….

Un bel mistero. Se però ci sforzassimo di andare più a fondo alle immagini, scopriremmo che ingrandendole sul medesimo sito, quello che è rappresentata come area completamente avvolta dal fuoco, in realtà presenta magari una decina di incendi anche molto limitati (fuochi) sparsi su una superficie di decine di chilometri quadrati. Fatto assai meno preoccupante.

E con questo tiriamo un sospiro di sollievo: il mondo non sta andando a fuoco e tanto meno per i cambiamenti climatici, ancor meno se di origine antropica. Rimane però una riflessione da fare: perchè questo accanimento mediatico che si protrae da almeno un paio di anni e che insiste ad inculcare nella gente che l’Umanità sta per autodistruggersi?

Le cause sono molte, alcune probabilmente abbastanza banali, come il vendere più pubblicità sparando notizie impressionanti. Questa è una, ma altre più inconfessabili potrebbero essercene. Ad esempio una sorta di induzione del pensiero a credere che sia necessario un governo mondiale per salvare il Pianeta e che questo governo non debba soggiacere necessariamente alle regole democratiche, di fronte ai “pericoli” incombenti. L’arma della paura e della fretta sono state già utilizzate in passato per commettere i peggiori crimini contro l’Umanità.

Fausto Cavalli

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